Un minuto con Dio

Il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e
i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le
opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Dal Vangelo secondo Luca 11,47-54

Come vivere questa Parola?
Questo Vangelo ci ricorda il Sinodo in corso. Papa Francesco nel
discorso di apertura il 4 ottobre scorso, festa di San Francesco ci
parlava di una Chiesa che deve avere uno sguardo di misericordia
verso l’umanità che è nei pressi della Chiesa ma non trova la porta
aperta per entrare. Sono quelle persone che vivono situazioni
irregolari, non perfette ma che cercano una Parola buona per la
loro vita, per la loro situazione. Ecco la Chiesa si sta interrogando
proprio su queste situazioni. Le parole di Gesù sono chiare:
“abbiamo portato via la chiave” mentre Papa Francesco sogna una
Chiesa dalle porte aperte. Il colmo del Vangelo è che chi ha chiuso
le porta della Chiesa ne è rimasto fuori! Perché non è nello stile di
Gesù, nello stile della sua sapienza escludere, privare qualcuno
dell’amore di Dio soprattutto se questo è un peccatore. Lo ha
dimostrato in parole e opere e sentimenti, soprattutto con la sua
morte e risurrezione.