Fra Giacomo Bulgaro

Grazie ricevute

Grazie ricevute per intercessione di Fra Giacomo


La signora M.M. ringrazia la Madonna, i Santi e fra Giacomo per la guarigione della sorella che dal mese di settembre del 2002 era malata di leucemia. Tante volte la signora aveva fatto visita alla tomba di fra Giacomo, supplicandolo di aiutare la sorella quarantenne. Dopo tante cure e tante preghiere, ora la malata migliora di giorno in giorno.

Ancora una volta veniamo informati che, per intercessione di fra Giacomo, un bimbo sta per venire al mondo. Ce ne parla il papà d’un giovane che da anni spera e attende di poter avere un figlio. Negli ultimi mesi i due sposi si sono rivolti al Servo di Dio, aiutati nella preghiera anche dai loro rispettivi genitori. Ora sanno che il bimbo palpita nel grembo materno e pieni di gioia attendono il giorno della sua nascita.

“Era il i8 giugno di quest’anno ,mi trovavo in un momento drammatico della mia vita quando decisi di far voto a fra Giacomo di seguire la Messa ogni giorno per due mesi, presso la chiesa di S. Francesco o presso il Santuario della Madonna delle Grazie. Chiedevo solo di essere illuminata. Il 22 giugno durante la Messa nel santuario delle Grazie il sacerdote disse che quello era il giorno in cui nel 600′ la Madonna mosse le mani nel dipinto e concesse a Brescia una grazia che non ricordo. Guardavo ingenuamente il dipinto per vedere se anche per me la Madonna avesse mosso le mani. Non mosse le mani, ma quel pomeriggio ricevetti una telefonata che incredibilmente risolveva i miei problemi. Ho molto pianto, ringraziando Fra Giacomo e i nonni morti che erano stati in grado di pregare per me. Ho toccato con mano il potere dei Santi. Un tempo avevo contestato la mia fede, ora non posso farlo più perché io, proprio io, sono stata ascoltata e aiutata VERAMENTE, CONCRETAMENTE”.

Nel registro messo a disposizione dei fedeli accanto alla tomba di fra Giacomo, leggiamo la seguente testimonianza: “A conclusione di una lunga conversazione con un mio amico, ho saputo che gli era stato riscontrato un tumore allo stomaco. Per aiutarlo e incoraggiarlo, gli diedi un’immaginetta di fra Giacomo, che per un certo tempo della sua vita aveva abitato nella mia attuale casa. Oggi ho rivisto quell’amico: sereno e raggiante, mi ha ringraziato e informato che non dovrà subire l’operazione, poichè il tumore sta regredendo. Ti ringrazio, caro fra Giacomo”.

Per un problema lavorativo, la signora E.G. aveva interessato una persona capace di aiutarla. La signora si affida sempre alle preghiere di fra Giacomo, ma in questa circostanza non si era rivolta a lui. Ugualmente, ci scrive, il servo di Dio volle darle una mano. Il giorno stesso in cui ricevette una lettera dai frati del convento San Francesco di Brescia, le telefonò la persona a cui aveva domandato di intervenire ed ebbe così le necessarie indicazioni.

Con la presente desidero effettuare due testimonianze attraverso le quali ho potuto constatare personalmente la vicinanza e l’aiuto di Fra Giacomo nei miei confronti: Prima testimonianza: Nel mese di novembre 2002 sono stato sottoposto ad un intervento chirurgico di devascolarizzazione dei turbinati e rinosettoplastica al naso. Dopo l’intervento, durato all’incirca due ore, ho accusato seri problemi di malessere dovuti all’anestesia (nausea, senso di vomito, vertigini, cefalea), il tutto anche condizionato dal bendaggio su gran parte del viso e del dolore. Dopo tre ore di lamentele, mia madre mi propose di mettere sotto il cuscino l’immagine di Fra Giacomo. Mentalmente gli ho chiesto di alleviarmi il dolore: dopo pochi minuti improvvisamente mi è sparito il tutto!! Sono riuscito addirittura ad alzarmi. Perfino il medico che mi ha operato è rimasto sorpreso da tale improvvisa ripresa. Seconda testimonianza: Nei mesi di novembre e di dicembre 2005 ho avuto problemi di calcolosi renale con ricoveri in ospedale e l’applicazione della pielostomia al rene sinistro e successivamente ESWL (bombardamento). Anche in quest’occasione, nonostante le sei dolorosissime coliche, ho chiesto l’aiuto di Fra Giacomo. Esso è arrivato puntuale: ho evitato l’intervento chirurgico riuscendo ad espellere il calcolo senza alcun dolore. Il tutto si è risolto in pochissimi mesi. Sono in possesso delle cartelle cliniche a riprova di quanto sopra. Con queste due brevi e semplici testimonianze desidero dichiarare apertamente e coscientemente di aver avuto due aiuti speciali grazie all’intercessione di Fra Giacomo. Ogni volta che vado nella chiesa di S. Francesco sempre mi reco alla sua tomba per una doverosa visita. Grazie di cuore Fra Giacomo e ti prego di ascoltare sempre le nostre umili voci d’aiuto, se però è conforme alla volontà di Dio. Paolo Pasini Via San Zeno 15 25076 Odolo BS 0365 860458

Brescia 29/03/2006. Reverndo p. Olindo, sono una devotissima di fra Giacomo Bulgaro ed ho ricevuto i suoi ringraziamenti per una mia offerta. Ero abituata a scrivere a p. Lucio per raccontargli tutti i “favori” di fra Giacomo nei miei riguardi e nei riguardi dei miei familiari. Vengo a messa a San Francesco anche a piedi da Fiumicello. Ultimamente fra Giacomo ha protetto mio marito. Eravamo in vacanza ed io avevo portato l’immagine del fraticello da tenere sul comodino. Mio marito è scivolato in bagno ed ha fatto una tremenda caduta che gli ha prodotto un terribile ematoma sulla schiena, salvandogli però le ossa da rottura. Avrebbe potuto rompere i femori o altro, ma fra Giacomo l’ha protetto. Segnalo anche una persona anziana e paralizzata che, dopo una caduta, era piena di dolori e depressa. Non conosceva fra Giacomo; le ho portato l’immagine ed il libretto e, dopo la novena, si è sentita meglio ed ha riacquistato un po’ di serenità. Nell’attesa di conoscerla personalmente la saluto. Devotissima M. T. T.

In occasione del ponte dell’8 dicembre scorso, io e mio marito abbiamo visitato Brescia e siamo andati a visitare la chiesa di San Francesco. Ci siamo soffermati nella cappella di Fragiacomo e siamo rimasti incuriositi dalla storia di questo santo. Visitando il chiostro, abbiamo incontrato un frate (non ricordo esattamente il nome, mi sembra Gianfranco) al quale abbiamo fatto altre domande su Fragiacomo. Il frate ci ha raccontato alcuni particolari della sua vita, le sue opere, i suoi scritti. Poi ci ha chiesto – con nostra sorpresa – se avevamo figli, e io ho confessato che stavamo cercando di averne da alcuni mesi, ma che non c’era ancora nessuna novità. Allora il frate ci ha chiesto se volevamo andare con lui a fare una preghiera a Fragiacomo, chiedendo la sua intercessione. Così abbiamo fatto, e abbiamo poi lasciato la chiesa di San Francesco con la gioia nel cuore per quell’incontro inatteso. Da pochi giorni ho scoperto di essere in dolce attesa! appena abbiamo appreso la notizia, io e mio marito abbiamo ripensato a quell’8 dicembre, giorno dedicato a Maria, quando le nostre vite si sono incrociate con quelle di Fragiacomo. Ringrazio ancora il frate che ci ha accolto quel giorno, perchè ci ha dato la possibilità di conoscere e pregare Fragiacomo.

Padre CASIMIRO e fra GIACOMO. Ci è giunta notizia della morte di p. Casimiro Castaldi che era stato di famiglia a Brescia dal 1949 al 1958. Una notizia importante che riguarda fra Giacomo ci viene proposta dal padre Franco Ghezzi, che era suo superiore ai tempi della malattia, e che, in un suo recente ricordo, così scrisse: “Era il 27 gennaio del 1986, giorno in cui la comunità provinciale ricorda la morte del caro e amato confratello fra Giacomo Bulgaro, quando mi ritrovavo, verso le ore 19.00, in uno dei reparti di rianimazione dell’ ospedale di Padova. Tra le mie mani tenevo la mano di P. Casimiro, che da una settimana si trovava in quel luogo, dopo la rottura di un aneurisma che aveva creato un’ emorragia devastante nella testa e una successiva ischemìa cerebrale che aveva peggiorato la situazione. Le speranze di vita erano minime, ma, d’improvviso, ad un ennesimo richiamo ecco che sembra annuire con il capo, e la sua risposta alla mia voce si va ripetendo per due, tre volte. L’inizio di una nuova vita era cominciato, per volontà di Dio ed anche per l’INTERCESSIONE del nostro fra Giacomo. Dico l’inizio, perché da quel giorno la RIPRESA fu lenta, ma straordinaria. Fu lenta, e TOTALE”.

Reverendo Padre Olindo, voglio raccontarle una testimonianza da parte mia su fra Giacomo, che continua a proteggermi. Ieri mi è caduta addosso la parte superiore di una angoliera che è in casa mia da più di trent’anni. Ero abbassata per aprire lo sportello sotto, quando la parte sopra mi è caduta addosso, insieme ai servizi che erano dentro e che si sono rotti tutti. Potevo spaccarmi la testa ed altro, o ferirmi in maniera grave. Quando ho realizzato quello che era successo, (al primo momento avevo pensato ad un terremoto) con uno sforzo tremendo ho alzato e rimesso l’alzata sulla sua base. Oggi pensavo di avere dolori dappertutto, invece non mi duole niente; ho solo un bernoccolo in testa ed una ferita ad un dito che, probabilmente, non ha neppure bisogno di punti. Ringrazio fra Giacomo che mi ha protetta: ero stata al mattino a pregare sulla sua tomba chiedendo appunto protezione per me e per i miei cari. La saluto con stima Maria Tersa Topa Brescia 28/03/2007

Oggi, 9 giugno 2007, è per noi un giorno memorabile, il più emozionante della nostra vita. Ci sposiamo! Ci promettiamo amore e fedeltà davanti a Dio ed agli uomini. Sembra così naturale essere arrivati fin qui… Ci siamo conosciuti ed abbiamo iniziato a volerci bene, come un ragazzo ed una ragazza che scoprono la bellezza e l’entusiasmo di condividere il proprio tempo, i sogni ed i desideri per la propria vita. Quello che però ha reso il nostro legame sempre più forte è stata la presenza di qualcun altro, di un amico molto speciale che ci è sempre stato accanto. Essendo affezionati alla Pieve di Corticelle e conoscendo la storia di fra Giacomo, infatti, ci siamo ritrovati a parlarne; il suo esempio e la sua vita sono stati all’inizio un invito a riguardare la nostra. Poi, a poco a poco, ci è venuto spontaneo confidargli i nostri pensieri più personali, cercare un aiuto e ringraziare per quella cosa così preziosa che ci stavamo accorgendo di avere tra le mani. La sua figura poi, così umile, che non vuole apparire, che pare sempre indicare Qualcun altro, sembra proprio incoraggiare ad affidarsi senza paura. Così il legame con fra Giacomo è cresciuto di pari passo con il nostro sentimento e con il nostro piccolo tentativo di cambiare un po’ in meglio la nostra vita, tenendolo vicino come un amico ed un esempio prezioso. Descrivere nel dettaglio tutte le “piccole” cose che fin dall’inizio ci hanno accompagnato e stupito sarebbe difficile… A questo punto però, guardando indietro, c’è la profonda convinzione, che ha abbattuto pian piano ogni nostro scetticismo, che Qualcuno ci ha guidato e sostenuto fin qui. Senza alcun merito ci siamo accorti con grande stupore che c’era, c’è, Chi ci vuole bene e che davvero, provando ad affidarsi a Lui, tutto prende una forma nuova, diventa speciale. Le difficoltà che sembrano a volte insormontabili spariscono, ed i problemi, che spesso appaiono così grandi, sotto questa nuova luce, diventano addirittura punti di forza della nostra unione. Dovendo scegliere il regalo più prezioso che abbiamo ricevuto, crediamo proprio che sia la speranza nel Signore, che, se Glielo permettiamo, può trasformare la nostra vita, e l’insegnamento che più teniamo caro è quello di essere più umili, e di avere sempre completa fiducia in Chi, solo, può regalare una gioia piena. Stefano e Sara

Nel mese di novembre 2004 mi recai a confessarmi alla Chiesa di S.Francesco d’Assisi a Brescia. Il confessore Fra Lucio Condolo, al termine della confessione, avendo ascoltato la mia sofferenza per il fatto di non avere ancora avuto figli naturali dopo oltre due anni di matrimonio, mi informò che in tale chiesa era sepolto uno che si interessava di bambini, vale a dire Fra Giacomo Bulgaro, e mi invitò a chiedere a lui la grazia di avere figli, chiedendo anche ad altri di pregare per tale intenzione. Così feci personalmente ed poi insieme a mia moglie Sara ed a Luciana, la bambina che da circa un anno e mezzo avevamo in affido, ed estesi l’invito a pregare anche ai fratelli della nostra comunità neocatecumenale di cui facciamo parte da oltre 15 anni. Circa un mese dopo mia moglie rimase incinta, e subito riferimmo a Fra Giacomo tale fatto come una grazia da lui ricevuta. Ad agosto 2005 nacque quindi Simone, ed ora, oltre a Luciana e lui, è arrivata anche Veronica. Siamo grati al Signore, a Fra Giacomo ed a Fra Lucio Condolo. Alberto Preti Sara Barini

La mia fede é fiacca e incostante, lo riconosco, l’angoscia della mia solitudine non mi permette di usufruire i benefici che il signore mi concede che sono tanti e tanti. Lo chiedo al Signore, per l’intercessione di Frá Giacomo che mi collochi nel cammino una virtuosa compagniera, affido anche a Lui questa mia intenzione……Sia fatta la volontá del Signore! Alberto

Da ragazzo sono stato fratino di sant’Antonio, prima nel seminario serafico di Camposampiero, in provincia di Padova, dal 1949 al 1953, frequentando la quinta elementare e le medie, e quindi a Brescia nel convento di san Francesco d’Assisi dal 1953 al 1955, dove ho frequentato la quarta e la quinta ginnasio. Tra i vari religiosi conosciuti in questo convento rimasi colpito soprattutto da fra Giacomo Bulgaro, un frate, apparentemente misterioso, molto silenzioso e che mangiava pochissimo. Aveva qualcosa di strano, ma per me alquanto attraente. Quando mi capitava di parlare con lui si rivelava una persona del tutto normale, sempre pronto a rispondere con molta cortesia. Dal rettore del seminario, P. Bernardino Bordin, mi era stato affidato l’incarico di sacrestano della cappella dei fratini e, quindi, dovevo procurare anche i fiori per addobbarla. Essendo piuttosto timido, trovavo molto difficoltoso domandarli al sacrestano della chiesa, fra Angelo Facco, ma, con la mediazione di fra Giacomo, riuscivo quasi sempre ad ottenerli. A causa dell’età avanzata fra Giacomo saliva le scale con una certa fatica, ma, al suono del campanello della portineria, si fermava, tornava indietro per aiutare i poveri che bussavano alla porta del convento. Un episodio curioso si verificò alla Epifania del 1955. Su suggerimento del Vicerettore, p. Gentile De Santi, noi fratini mettemmo la calza della befana davanti alla stanza di fra Giacomo, ma, la mattina seguente, non la trovammo più. Fra Giacomo aveva appaiato due calze quasi simili per donarle ai suoi poveri, giustificando il gesto di generosità con il fatto che a Brescia c’era la tradizione di santa Lucia. Quando andavamo in chiesa, per partecipare alle funzioni, notavamo che fra Giacomo era sempre assorto in preghiera anche quando passava per i banchi dei fedeli per raccogliere le offerte mantenendo sempre un atteggiamento dignitoso e modesto. Fra Giacomo sapeva fare il calzolaio, mestiere che aveva esercitato prima di entrare in convento. Una volta, vincendo la mia timidezza, gli portai un paio di sandali da riparare. Quando andai a riprenderli, me li consegnò aggiustati con un sorriso così dolce che mi riempì di tanta gioia. Quel gesto semplice non ho più potuto dimenticarlo e lo serbo ancora come un grandissimo regalo. Nel 1955 ho lasciato il seminario pensando che non mi sarei più incontrato con fra Giacomo. Mi sono sposato nel 1967, anno della morte di fra Giacomo; ho avuto due figli e sono diventato nonno di quattro bellissimi nipotini. Il giorno 11 giugno del 2006 mia moglie Anna, a causa di una emorragia cerebrale dovette subire un primo delicato intervento chirurgico presso l’ospedale di Padova. Sarebbe dovuta essere dimessa dopo un mese, ma, un’altra improvvisa emorragia cerebrale rese necessario un secondo intervento chirurgico che determinò uno stato di coma. Il primario del reparto di rianimazione, prof. Giron, interrogato da amici di famiglia, non ci diede alcuna speranza di ripresa. Mi recai a Brescia, nella chiesa di san Francesco, dove è sepolto il Servo di Dio fra Giacomo Bulgaro. Altre volte ero venuto a trovarlo, ma questa volta ero proprio disperato. Ricordo di aver incontrato p. Mario Lorandi che stava andando a celebrare, mi sono tanto raccomandato a lui e alle preghiere dei suoi confratelli. Al termine della messa mi ha presentato il vicepostulatore della causa di canonizzazione del servo di Dio, p. Olindo Baldassa. Piangendo gli ho presentato la mia situazione domandandogli di pregare per ottenere la guarigione di mia moglie. P. Olindo ebbe parole di conforto e di speranza e mi consigliò di recarmi al Santo a Padova, dove avrei trovato p. Aureliano Strappazzon, che era stato superiore a Brescia di fra Giacomo, e che era stato anche mio professore a Camposampiero. Corsi subito al Santo dal mio vecchio insegnante e lo abbracciai come un papà. Mi disse: ”Prega fra Giacomo fino alla guarigione completa di tua moglie e conserva le cartelle cliniche”. Questa raccomandazione me l’ha ripetuta più volte. Pensavo fra di me: “Fra Giacomo non può non ascoltare la preghiera del suo vecchio superiore”. Da quando mia moglie è stata ricoverata, la mia vita è cambiata. Mi sono proposto di recitare il santo rosario ogni giorno e l’ho trovato un mezzo di intercessione molto efficace. La mia fede si è rinfrancata e mi sento più sereno e contento. Non solo: mia moglie ha ripreso a camminare, leggere e scrivere come prima, avviata verso una completa guarigione. La bontà, la mitezza, il sorriso dolce di fra Giacomo mi fanno ben sperare. Grazie fra Giacomo! Porta la mia richiesta di aiuto e di speranza alla tua “Mammina del cielo”. In vita le hai voluto tanto bene e ora che sei nella gioia del paradiso gliene vuoi tantissimo. Non posso essere deluso. Grazie, grazie di tutto mio caro fra Giacomo. Silvano Calligione – Brescia 23/09/2007

Mi chiamo Rachele Tomasoni ed ho 56 anni. Vivo alla Noce, zona periferica di Brescia, ormai da parecchi anni, ragion per cui i giretti al centro si diradano col tempo sempre di più. Ma voglio testimoniare un fatto che, proprio grazie ad un mio ritorno in città, si è potuto verificare. Mia madre, nella primavera dl 2005, mi chiese un giorno di portarla alla chiesa di San Francesco in prossimità della Pasqua. Di buon grado accettai: andare in una chiesa era l’occasione anche per me di meditare un poco, visto che, pur essendo fondamentalmente credente, spesso e volentieri, con le scuse più assurde, “saltavo” la messa. Mia madre quindi, prima di lasciare la chiesa, mi portò a pregare sulla tomba di Fra Giacomo. Non sapevo nemmeno che fosse esistito, però mi soffermai davanti alla sua immagine sorridente e presi con me alcune sue immaginette. Da bambina visitavo spesso S. Francesco, visitavo il chiostro in occasione della festa di S. Antonio, però quel frate non mi tornava in mente. Il tempo passò, tenevo sempre con me un’immagine di Fra Giacomo, non so il perché; forse era il suo sorriso che mi rasserenava. Ed avvenne che una sera dell’estate 2005 mia madre, di sera tardi, mi telefonasse: “il papà sta male,non si riesce a scaricare. Vieni! Ho chiamato anche tuo fratello…” Come in un film, ricco di colpi di scena, le cose si susseguirono veloci. Chiamammo la guardia medica. Mio padre stava sempre peggio, dolorante, lui che era una roccia. Il medico intuì qualche cosa di grave e ci disse di portarlo al pronto soccorso. Fu accettato alla Poliambulanza il 31/08/2005 all’una e mezza di notte. Ma già nel pomeriggio dovettero intervenire chirurgicamente d’urgenza.. E c’era un bel tumore al colon. Ce lo disse uno dei medici spiegandoci che l’operazione era andata bene, ma bisognava attendere il decorso, perché avevano dovuto “tagliare e cucire” molto e perché il papà aveva ottant’anni. Lo portarono al suo lettino n° 23 e ci dissero che era sedato, tutto regolare e che praticamente non era necessario nessuno, visti i controlli regolari e frequenti degli infermieri. Io però rimasi, non volevo, lasciarlo solo; guardavo la flebo, controllavo visivamente i dati delle apparecchiature, pensavo che quando si fosse svegliato e mi avesse visto sarebbe stato contento di vedere la figlia, perché lui aveva sempre avuto una certa “allergia” per medici ed ospedali e questa situazione gli era piombata addosso senza troppi complimenti. Ma la stanchezza, la tensione, nonostante la mia buona volontà, ebbero la meglio su di me. Anche se la poltrona era scomodissima verso le 2.30 del 1 settembre 2005 io mi addormentai. Ma un rumore forte m,i svegliò di soprassalto. Un grosso vaso di vetro era caduto, fracassandosi, proprio nel corridoio. Guardai immediatamente mio padre: il suo profilo era cadaverico, imperlato di sudore e non respirava più. L’orologio segnava le 3 e 42. Mi misi ad urlare, suonai il campanello e svegliai tutti nella notte. Nel corridoio non c’era nessuno, nessun vaso rotto. Ero stata chiamata nel sonno. “Mio padre è morto! Aiuto!”. Frazioni di secondo. Scuotevo mio padre e lo chiamavo: “Papà! Papà!”. Infermieri e dottori piombarono nella stanza. Piango ancora mentre ricordo. Mi mandarono fuori. E fuori tenevo in mano l’immagine di fra Giacomo. Come una pazza. Gli dicevo: “Aiutami, salva mio padre! È colpa mia, mi sono addormentata!”. Poi mio padre non conosceva,non era presente con la testa ed i dottori impazzirono al suo capezzale. Quasi davo le testate al muro nel corridoio. Gli ammalati vicino mi dissero di stare calma. Maio gridavo: “Non voglio che diventi un vegetale! Non conosce più!”. Dopo un’eterna mezz’ora mi lasciarono tornare al capezzale ed un medico mi disse di accendere in chiesa non una candela, ma un “candelone”. Mio padre mi riconobbe. Dissi ai medici che per me era un miracolo e francamente anche loro non seppero cosa dire. L’ossigeno al suo cervello per un po’ non era arrivato. Ma fortemente io credo che fra Giacomo quella notte drammatica mi aiutò, quando si ruppe con fragore quel vaso inesistente alle 3,42, in un corridoio vuoto. Se non avessi sentito quel rumore, così nitido, così forte, mio padre anche per un solo minuto di ritardo, sarebbe morto. Testimonio questo con fede, semplicemente. Io mi ero affidata a Dio, certo, ma pregavo il mio “intermediario”. Stropicciavo quasi la sua faccia nell’immaginetta a forza di parlare con lui, dicendogli anche che ero una cristiana comoda, che pregavo nel momento del bisogno. Che “facevo bello” a volere, perché bisognerebbe soprattutto ringraziare quando si sta bene. L’immaginetta di quella notte l’ho donata ad una signora disperata per la madre, sempre in quell’ospedale. Le ho detto di pregare ed avere fede. Documento firmato

Non ho avuto il privilegio di conoscere personalmente fra Giacomo Bulgaro, ma con queste poche righe desidero esprimere, con la mia testimonianza indiretta, la grandezza di questo piccolo frate. Era l’anno 1954 quando la mia famiglia si è trasferita a Brescia ed erano anni piuttosto difficili. Mio padre, uomo di fede, soleva spesso recarsi a pregare nel convento di San Francesco ed è qui che venne a conoscere Fra Giacomo. A casa, molto spesso, ci parlava di questo frate così buono ed umile, affascinato dal suo immenso amore verso il prossimo, soprattutto verso i più poveri ed emarginati, umile tra gli umili Dagli incontri che aveva con lui riceveva tanto conforto e ne veniva sempre rafforzato nella fede e sereno nel cuore. È stata grande e lieta la mia sorpresa quando, anni fa, sono venuta a conoscenza del corso di beatificazione di questo frate, che per mio padre era già santo. E ritengo che mio padre stesso desideri, tramite me, dare questa testimonianza. Sono anche convinta che loro due, quando lassù si troveranno a cospetto del Signore, mio padre troverà in fra Giacomo un ottimo mediatore. A nome di Stubelj Federico, la figlia Livia

Il giorno 15 dicembre, con trombe d’aria e pioggia battente, stavo andando alla R.S.A. “Residenza” dove è ricoverata mia sorella Carla. Mi sono fermata apparentemente senza motivo e mentre mi stavo chiedendo perché mi ero fermata, dopo pochi secondi è caduto un avviso di “Lavori in corso” di lamiera pesante, che mi avrebbe colpita. Al ritorno (ore 13) le trombe d’aria, assai più forti, non mi permettevano di camminare, né di ripararmi con l’ombrello e mi sentivo sollevare da terra. Ho avuto veramente paura (io ho 81 anni), tuttavia sono rientrata a casa, (40 minuti di strada) grazie a Dio ed a te, Giacomo. Mariarosa Prato Brescia 23 dicembre 2008

Ho conosciuto personalmente Padre Renato Beluzzo ,essendogli stata accanto nei suoi ultimi giorni di vita come infermiera professionale all’Istituto del Radio.Negli stessi giorni una mia cugina versava in condizioni disperate presso il Secondo Centro di Rianimazione sempre agli Spedali Civili.Padre Renato vedendomi preoccupata me ne chiese il motivo (riusciva a cogliere pur gravemente ammalato ,la sofferenza degli altri). Saputo il perchè della mia afflizzione (mia cugina aveva partorito una bimba pochi giorni prima)mi disse: Non ti preoccupare vedrai che andrà tutto bene! Era tale la sua convinzione che ne restai colpita. Mi diede un immagine di Fra Giacomo e mi ripetè “vedrai che andra tutto bene!” Purtroppo le cose invece sembravano precipitare…la sera precedente la morte di Padre Renato passai all’Istituto del Radio per salutarlo( non ero in servizio quel giorno).Mi resi conto che qlc non andava perchè trovai un capannello di persone fuori dalla sua stanza…parlai con i colleghi in servizio che mi confermarono un peggioramento, tra l’altro imprevisto… Padre Renato doveva essere dimesso dopo qlc giorno.Nella notte (era verso fine febbraio del 1995) Padre Renato muore.Negli stessi giorni le condizioni disperate di mia cugina cominciano a migliorare…Come aveva detto Padre Renato è andato tutto bene;mia cugina dopo alcuni mesi si è ripresa:Oggi gode di buona salute e la piccolina è ormai una signorina! Sento di poter, anzi di dover dire Grazie a Fra Giacomo e GRAZIE a Padre Renato che,ne sono fermamente convinta, si è offerto per la salvezza di quella mamma in fin di vita.

Ho conosciuto per caso la storia di Fra Giacomo entrando un giorno nella chiesa di San Francesco ho letto con interesse la sua vita e ne sono rimasta colpita perché parlava di Fra Giacomo in gioventù: un ragazzo di Dio, prima che gli eventi della vita cambiassero la sua esistenza diventando dissoluto e lontano da Dio, avvicinandosi al peccato ed al divertimento e poi alla fine la conversione, l’amore della Madonna e di Gesù, la ricerca di una vita umile e al servizio di Dio e degli altri. Anch’io in quel tempo stavo attraversando un periodo di madre sofferente per un figlio che era cambiato; si era inserito in un gruppo di amici dediti solo al divertimento ed alla bella vita. Approfittando della bontà di Giovanni lo portavano verso il male. Ho pregato con fervore Fra Giacomo (lo stesso nome di mio padre) mi è entrato nel cuore, ho lasciato uno scritto sulla sua tomba che mi ritornasse quel bel ragazzo sorridente e felice che era prima Giovanni e sono stata esaudita. Una mattina, dopo aver trascorso una notte di divertimenti e svago, entrando in casa, Giovanni si è reso conto dai miei occhi gonfi di pianto, piangendo e stringendomi forte mi ha chiesto scusa, mi ha promesso che sarebbe cambiato, ha capito quanto è stato usato da falsi amici, e da quel momento la nostra vita è cambiata, grazie a Fra Giacomo che ha intercesso presso Dio, io ho ritrovato il mio Giovanni buono, altruista, sereno e felice con amicizie nuove e sane. Grazie Fra Giacomo, io so che la mia preghiera è stata esaudita. Ora è trascorso tanto tempo da allora e io vedo Giovanni sempre felice, mi abbraccia e qualche volta diciamo il santo rosario insieme in famiglia. Questo è un grande miracolo. Adesso si è verificato un caso grave di malattia a mio marito, insieme preghiamo per la sua guarigione. Sappiamo di aver vicino la Madonna e tanti santi però il 13 giugno, S. Antonio, siamo venuti sulla tomba di Fra Giacomo ed abbiamo chiesto a lui di intercedere presso il Signore; abbiamo ascoltato la S. Messa per gli ammalati delle 17.00 e ci siamo comunicati. Siamo sicuri che lui non ci abbandona e, poiché in tanti lo vogliamo Beato, sono sicura che lui ci aiuterà; abbiamo tanta Fede ed Amore. Grazie Fra Giacomo. A.M.S.

Grazie fra Giacomo. La storia di mia moglie Rossana inizia ad ottobre del 2008. Le viene diagnosticato un leiosarcoma al polpaccio della gamba destra ed, a novembre, viene tolto un pezzo di muscolo: analizzato viene confermata la malattia e da allora è un calvario. A gennaio inizia la radioterapia; finita i medici decidono un ciclo di 6 chemioterapie. Da questo momento incontro fra Giacomo ed inizia un periodo di preghiera sulla sua tomba, le chiedo umilmente di vegliare su mia moglie. Terminate le chemioterapie a luglio, a settembre, in una visita di controllo, la dottoressa, davanti all’ennesima “t.a.c”, ci richiede ulteriori esami. Per farla breve, a gennaio 2009 scopriamo che il male è andato ai polmoni. Ulteriori 6 chemioterapie questa volta molto pesanti. In questo periodo di abbattimento vengo consolato nella mia intimità quando mi trovo a pregare con lui. Alla quinta il professore ci propone l’operazione. Accettiamo con fervore umili al detto “fuori il dente fuori il dolore”. A giugno la prima operazione con complicanze: 37 giorni d’ospedale per un linfonodo toccato durante l’operazione. Ad agosto, la seconda operazione andata bene. Finalmente qualche cosa di positivo. Le visite da parte mia a fra Giacomo continuano. Alla fine di settembre andiamo a MEDUGORJE in pellegrinaggio e, davanti alla Madonna sul monte delle apparizioni, deposito il santino con la preghiera di fra Giacomo: ricordo ancora l’emozione di quel momento. Ad inizio 2011, alla visita di controllo, l’oncologo dice a mia moglie: “Signora, per noi lei è GUARITA”. Momenti di felicità: un pensiero l’ho rivolto verso fra Giacomo Bulgaro che, umilmente, ringrazio per la protezione avuta e per l’intercessione avuta presso nostro SIGNORE…. Ringrazio FRA OLINDO E TUTTA LA COMUNITÀ DI S. FRANCESCO

Voglio testimoniare per la grazia ricevuta dal Servo di Dio Fra Giacomo Bulgaro per mia figlia Manuela affetta da una malattia alla pelle. I fatti si sono svolti così: una zia di mia nonna è sempre stata molto devota, ancor oggi, di Fra Giacomo essendo tutti i miei parenti da parte di mia madre di Faverzano di Offlaga. Ora vi spiego come ho pregato: mia mamma nel 2000 ha subìto un infarto; questa mia zia dopo un po’ di tempo, avendo mia madre superato, anche con tanti problemi, il pericolo, mi dice che sia lei che sua sorella suora si sono rivolte a Fra Giacomo di intercedere per la sua guarigione e infatti mia mamma inspiegabilmente riesce a riprendersi e tutt’oggi sta discretamente anzi benino rispetto alle aspettative dei medici e questa è già una grazia ricevuta da Fra Giacomo. Ora spiego invece come io ho avuto la percezione terrena venendo alla sua tomba nella chiesa di San Francesco. Come vi ho detto all’inizio, non sapevamo più a chi rivolgerci per il problema di mia figlia. Un giorno siamo andati da un medico così per caso, ma niente viene per caso, e lui ci ha indicato di effettuare un intervento delle “tonsille” perché secondo lui partiva tutto da infezioni in circolo per il corpo. Nel frattempo prendo contatto con vari ospedali perché essendo già grande non tutti erano dell’idea di fare l’intervento. Riesco a trovare un chirurgo che è d’accordo con il dermatologo. L’intervento viene fatto e nel frattempo io passo nella chiesa di san Francesco (premetto che da quando mia madre è stata bene passavo più volte alla “tomba del santo”, io lo chiamo già così) vado alla tomba di Fra Giacomo e mi inginocchio di fronte alla sua statua; era il giugno del 2010 e faceva caldo e non c’era un briciolo di vento. Inizio a pregare e chiedo la guarigione di Manuela. Ad un tratto ad una pianta vicino si muovono le foglie e mi giro e dico “ma se non c’è neppure vento”, guardo gli occhi di Fra Giacomo e capisco che quello è stato il suo “si”: “non preoccuparti, diceva, provvedo io”. Mia figlia è un anno che sta bene, ed è anche cambiata in meglio perché la malattia la rendeva molto nervosa e sono sicura che “il santo fraticello” ha fatto due grazie. Volevo anche ricordare che quando è stata operata, perché c’era il rischio di emorragie, ho affidato mia figlia alla Madonna Mistica delle Fontanelle di Montichiari perché quella mattina dell’intervento mi sono recata nella cappella delle suore “San Camillo” (è stata operata lì) e proprio prima di entrare c’era una immaginetta di questa Madonna, luogo dove io, non per caso, vado ed ho iniziato a pregare di più. Ringrazio il Signore che mi accompagna e mi dà sul mio cammino i Santi per accompagnare me e la mia famiglia nelle gioie e nei dolori della vita. Fra Giacomo ascolta sempre chi si apre a lui. La testimonianza di una mamma.

Voglio testimoniare per la grazia ricevuta dal Servo di Dio Fra Giacomo Bulgaro per mia figlia Manuela affetta da una malattia alla pelle. I fatti si sono svolti così: una zia di mia nonna è sempre stata molto devota, ancor oggi, di Fra Giacomo essendo tutti i miei parenti da parte di mia madre di Faverzano di Offlaga. Ora vi spiego come ho pregato: mia mamma nel 2000 ha subìto un infarto; questa mia zia dopo un po’ di tempo, avendo mia madre superato, anche con tanti problemi, il pericolo, mi dice che sia lei che sua sorella suora si sono rivolte a Fra Giacomo di intercedere per la sua guarigione e infatti mia mamma inspiegabilmente riesce a riprendersi e tutt’oggi sta discretamente anzi benino rispetto alle aspettative dei medici e questa è già una grazia ricevuta da Fra Giacomo. Ora spiego invece come io ho avuto la percezione terrena venendo alla sua tomba nella chiesa di San Francesco. Come vi ho detto all’inizio, non sapevamo più a chi rivolgerci per il problema di mia figlia. Un giorno siamo andati da un medico così per caso, ma niente viene per caso, e lui ci ha indicato di effettuare un intervento delle “tonsille” perché secondo lui partiva tutto da infezioni in circolo per il corpo. Nel frattempo prendo contatto con vari ospedali perché essendo già grande non tutti erano dell’idea di fare l’intervento. Riesco a trovare un chirurgo che è d’accordo con il dermatologo. L’intervento viene fatto e nel frattempo io passo nella chiesa di san Francesco (premetto che da quando mia madre è stata bene passavo più volte alla “tomba del santo”, io lo chiamo già così) vado alla tomba di Fra Giacomo e mi inginocchio di fronte alla sua statua; era il giugno del 2010 e faceva caldo e non c’era un briciolo di vento. Inizio a pregare e chiedo la guarigione di Manuela. Ad un tratto ad una pianta vicino si muovono le foglie e mi giro e dico “ma se non c’è neppure vento”, guardo gli occhi di Fra Giacomo e capisco che quello è stato il suo “si”: “non preoccuparti, diceva, provvedo io”. Mia figlia è un anno che sta bene, ed è anche cambiata in meglio perché la malattia la rendeva molto nervosa e sono sicura che “il santo fraticello” ha fatto due grazie. Volevo anche ricordare che quando è stata operata, perché c’era il rischio di emorragie, ho affidato mia figlia alla Madonna Mistica delle Fontanelle di Montichiari perché quella mattina dell’intervento mi sono recata nella cappella delle suore “San Camillo” (è stata operata lì) e proprio prima di entrare c’era una immaginetta di questa Madonna, luogo dove io, non per caso, vado ed ho iniziato a pregare di più. Ringrazio il Signore che mi accompagna e mi dà sul mio cammino i Santi per accompagnare me e la mia famiglia nelle gioie e nei dolori della vita. Fra Giacomo ascolta sempre chi si apre a lui. La testimonianza di una mamma.