Un minuto con Dio

Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

Dal Vangelo secondo Luca 12,35-38

Come vivere questa Parola?
State pronti. Come ieri “fate attenzione”. Sono termini di avvento, la vigilanza nell’attesa. Bella questa immagine del padrone che tornando da una festa di nozze, trovando i propri servi in piedi per accoglierlo decide di farsi loro servo e cingendosi le vesti si mette a servirli. Queste parole le ritroviamo nel vangelo di Giovanni al cap. XIII alla lavanda dei piedi. Gesù prima lo ha detto come parabola e poi lo ha fatto davvero. Ecco dobbiamo vigilare sul nostro atteggiamento: Dicono e non fanno è l’accusa che Gesù muove ai farisei. La coerenza cristiana è far parlare le opere. Sant’Antonio di Padova scrive: “Vi prego cessino le parole e parlino le opere”. E san Francesco chiede ai frati predicatori di predicare prima con la vita e poi con le parole. Sui social ci sono le nostre parole ma poi nella vita le confermiamo? Magari preghiamo molto nella giornata ma poi le azioni, le scelte dicono la nostra fede cristiana? La confermano? E se scrivessimo di meno sui social e vivessimo di più?