Un minuto con Dio: San Martino di Tours
Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Dal Vangelo secondo Luca 16,9-15
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
Come vivere questa Parola?
La ricchezza che intende Gesù non è solo quella dei beni, delle proprietà. I farisei amano il denaro ma più ancora amano se stessi: “voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini”, pensano che la loro ricchezza sia nel vantarsi, nel ritenersi migliori degli altri. Alla fine sono poveri, perché “Dio conosce i vostri cuori” e lì non ci sono monete, ma solo intenzioni e motivazioni. Se non ne possiedi di buone e di belle sei proprio misero. Gesù ci chiede coerenza e ci avvisa che siamo un po’ sempre divisi in due tra fede e vita reale. È la preghiera davanti al crocifisso che ci ricompone (GE 151).