Un minuto con Dio

Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Dal Vangelo secondo Luca 21,34-36

Come vivere questa Parola?
Cosa ci chiede Gesù? Di diventare adulti. Di solito è il bambino che vorrebbe solo una vita divertente. E l’adolescente quella scanzonata a volte alla ricerca di eccessi per sperimentare l’ebrezza della vita. Gesù ci dice di stare attenti, di vegliare che sono gli atteggiamenti della persona adulta che ha sperimentato le difficoltà, i pericoli e quindi può avere la forza di sfuggire ai pericoli. Purtroppo mancano sempre più adulti e e quelli che dovrebbero esserlo si dissipano in una prolungata adolescenza. La fede dovrebbe renderci adulti, capaci di discernere ciò che è bene e ciò che è pericoloso.
La vita al massimo lascia il tempo che trova e anche colui che la cantava negli anni ’70 ha scelto una vita normalissima con moglie e figli perché crescendo ha capito che la vita non va vissuta al massimo ma in pienezza e questo richiede lucidità e non ebrezza.