Un minuto con Dio

Dal Vangelo secondo Giovanni 16,16-20

Disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

Come vivere questa Parola?

Sembra che Gesù non risponda alla domanda dei discepoli: “Che cos’è questo ‘un poco’”? la risposta è alle due ultime frasi: un tempo in cui il mondo si rallegra e la Chiesa geme e soffre per le persecuzioni e poi questa tristezza viene cambiata in gioia. Siamo ancora dentro questo “un poco” che dura da duemila anni. Certamente Gesù, siamo all’Ultima cena, parlava della sua passione e risurrezione, ma sappiamo bene che siamo dentro questo tempo in cui anche la creazione geme nelle doglie del parto e queste doglie sono la storia dell’umanità. Un parto per generare il Regno che costa dolori e sangue, ma genera vita. Ora il cristiano non è quello che si rallegra ma quello che soffre le doglie del parto pieno di gioia perché sa che questa sofferenza, questi patimenti generano qualcosa di nuovo. Il cristiano è una madre che genera nell’amore vita nuova.