Un minuto con Dio

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Dal Vangelo secondo Matteo 17,10-13

Come vivere questa Parola?
Ecco che Elia e Giovanni Battista si sovrappongono. Gesù invece si rivela come il Figlio dell’Uomo che verrà per giudicare, salvare attraverso un amore rivestito di vera sofferenza. Perché chi ama veramente è disposto a soffrire quando è necessario. Soffrire per salvare. A volte piuttosto di soffrire rompiamo i legami ma questo genera solo persone ferite e amori limitati nel tempo e nell’intensità. Gesù ci rivela che Dio ama sino alla pienezza, sino alla fine e anche dopo. Gesù non smette di amar con la morte che è il vertice del suo amore, ma continua ad amare da Risorto e lo dimostrano i racconti di apparizione. Ma continua ad amarci in presenza con l’Eucaristia e per amarci in questo modo si nasconde in poca apparenza di pane: ogni giorno egli si umilia per scendere sull’altare. L’amore per essere forte, vedi Natale e Calvario ha bisogno della debolezza dell’umiltà per esprimersi al meglio perché l’orgoglio uccide l’amore.